Il
termine "psicoterapia"
(dal greco psychē' "anima" e theraphéia "cura", quindi: cura dell'anima) fa parte di quella
categoria di concetti che per la loro complessità difficilmente sono
circoscrivibili all'interno di una semplice definizione. In maniera
semplice e sintetica si può comunque definire come una forma di trattamento psicologico basato sulla relazione
interpersonale tra paziente e psicoterapeuta, volto alla risoluzione dei
disturbi psichici e/o alla crescita personale.
In
particolare, la psicoterapia è
costituita da una serie di metodi e
tecniche psicologiche che possono essere utilizzate per il trattamento
delle condizioni di disagio mentale legate a problematiche emozionali,
comportamentali, di personalità, e in generale di natura psichica (disturbi
d’ansia, disturbi depressivi, disturbi psicosomatici, dipendenze, disturbi
dell’alimentazione, disturbi sessuali e dell’identità di genere, disturbi
del sonno, ecc.), o che possono essere anche indirizzate al compimento
di un percorso di crescita psicologica e scoperta del Sé, o al
miglioramento delle relazioni interpersonali. La psicoterapia può essere
condotta da un professionista con un elevato grado di formazione
specialistica (in Italia laureato in psicologia o medicina con diploma di
specializzazione post-laurea in psicoterapia), che stabilisce una relazione
professionale con il paziente, allo scopo di:
1. rimuovere o modificare o attenuare i sintomi esistenti
2. eliminare o modificare positivamente schemi
comportamentali disadattavi o problematici
3. promuovere la crescita e lo sviluppo positivo della
personalità (Sommers-Flanagan e Sommers Flanagan, 2004)
Secondo
Galimberti (1994), la psicoterapia consiste in un
processo interpersonale, consapevole e pianificato, volto a influenzare
disturbi del comportamento e situazioni di sofferenza con mezzi prettamente
psicologici, per lo più verbali, ma anche non verbali, in vista di un fine
elaborato in comune, che può essere la riduzione dei sintomi o la modificazione
della struttura della personalità, per mezzo di tecniche che differiscono
per il diverso orientamento teorico a cui si rifanno. Il campo della
psicoterapia è così vasto da richiedere, per potersi orientare, dei criteri
di suddivisione.
1) Il criterio del metodo.
Questo
criterio inaugura una prima distinzione tra terapie fondate sul rapporto
umano paziente-terapeuta e terapie fondate su procedure tecnico
sperimentali.
Rientrano
nel primo gruppo le psicologie a orientamento psicoanalitico, che possono essere o individuali
o di gruppo e che si propongono una modificazione strutturale della
personalità attraverso il superamento della nevrosi di transfert e della
sottostante nevrosi infantile. A questo gruppo appartengono la psicoanalisi,la psicologia individuale, la psicologia
analitica e le forme psicoterapiche che fanno riferimento ai diversi
orientamenti della psicologia del profondo.
Nel
secondo
gruppo rientrano invece le
terapie comportamentali che si propongono una modificazione del sintomo
che si fa risalire ad un apprendimento inadeguato, attraverso un
“ricondizionamento” del soggetto con un apprendimento più adeguato e le tecniche biofeedback per la cura
dei disturbi psicosomatici attraverso il controllo appreso delle funzioni
fisiologiche.
A
metà strada tra questi due tipi di terapia
ci sono le forme di cura basate sul metodo della suggestione, come l’ipnosi dove esiste un rapporto di
transfert senza di cui non sarebbe possibile indurre il restringimento di
coscienza necessario per l’eliminazione di certi sintomi, e il
training autogeno fondato sulla pratica del rilassamento muscolare
sistematico per la diminuzione della tensione emotiva.
2) Il criterio del destinatario.
Destinatario
della terapia può essere l’individuo, la coppia, la famiglia o il
gruppo. Nel caso della psicoterapia individuale occorre distinguere la cura dell’individuo
adulto dalla cura del bambino, che per le sue caratteristiche esige un
trattamento psicoterapico differenziato. Nel caso della psicoterapia di
gruppo esiste un trattamento a orientamento analitico o a orientamento
sistemico che si rivela particolarmente efficace nella psicoterapia della
famiglia o della coppia dove ciò che ci si propone è la modificazione degli
schemi di interazione. Una forma particolare di terapia di gruppo è lo
psicodramma dove l’azione terapeutica non è affidata al solo analista, ma
all’interazione tra protagonista e coro.
3) Il criterio del fine perseguito.
Questo
criterio consente di distinguere:
Le
terapie di appoggio o di sostegno che si
propongono di dare un supporto emotivo al paziente aiutandolo nelle sue
difficoltà esistenziali attraverso un intervento attivo del terapeuta che
consiglia, guida e talvolta dirige; le terapie rieducative che
mirano al riadattamento dell’individuo attraverso la chiarificazione dei
suoi conflitti consci. Possono essere incluse in questo gruppo la terapia cognitivista che ipotizza
una possibilità di guarigione attraverso una ristrutturazione del campo
cognitivo; la terapia comportamentista in cui l’interazione verbale non è
più l’aspetto qualificante l’atto terapeutico; la
psicoterapia rogersiana che si attua
attraverso una progressiva presa di coscienza accompagnata da catarsi; la psicoterapia interpersonale di H.
S. Sullivan fondata sul principio della
socializzazione e dell’acculturazione nel processo di formazione della
personalità, dove si privilegiano i fatti coscienti rispetto a quelli
inconsci; la psicoterapia sistemica
che interpreta il comportamento patologico, e in particolare quello schizofrenico,
come effetto di una comunicazione disturbata che la terapia deve
correggere; la terapia umanistica derivata
dalla teoria della motivazione; la
logoterapia che non si rivolge ai conflitti istintuali, ma alle
dimensioni psico-noetiche.
Le terapie ricostruttive
che non mirano al riadattamento, ma alla ricostruzione della personalità
attraverso la ricognizione delle sue istanze inconsce e una progressiva
maturazione emotiva resa possibile dall’acquisita conoscenza di sé.
Appartengono a questo terzo gruppo tutte
le terapie a orientamento analitico (ibidem).
Generalmente
la psicoterapia, a prescindere dal paradigma teorico e il metodo di
afferenza, si propone di determinare cambiamenti positivi attraverso la
realizzazione di modificazioni relativamente stabili nell’organizzazione e
nella struttura della personalità: per questa ragione l’intervento
psicoterapico richiede tempi totali di durata medio-lunga,
che possono andare da alcuni mesi ad anni (raramente una psicoterapia
dura meno di 20 sedute): questa caratteristica fondamentale la
distingue dall’intervento di consulenza psicologica, tipicamente breve,
generalmente indirizzato a una problematica specifica ed essenzialmente
rivolto alla mobilitazione delle risorse sane del paziente che promuovano
un rapido adattamento. E’ dunque evidente che, mentre con un intervento
psicoterapico si possono toccare strati molto profondi della personalità
e
determinare dei cambiamenti relativamente stabili nella sua organizzazione
globale (dato il suo arco temporale di lavoro), invece con
una consulenza psicologica di breve durata il target è molto più
focalizzato e superficiale, e maggiore il rischio di eventuali
ricadute sotto l’impatto di stressors ambientali.
Fatte
queste considerazioni, all’utente che si rivolga alla mia pratica
professionale chiedo cortesemente che venga fatta una riflessione personale a priori sulle
proprie intenzioni e motivazioni: richiedere una consulenza psicologica
(di breve durata, ovvero generalmente in numero variabile da 1 seduta a un
massimo di 20 sedute) significa richiedere un tipo d’intervento che per sua
natura non può che essere focalizzato
su una problematica specifica: pertanto il suo target non può essere la
produzione di modificazioni stabili
nella struttura della personalità, specialmente se la consulenza dura poche
sedute (1-10 sedute), bensì la mobilitazione delle risorse sane del
paziente e il recupero di un livello sufficiente di adattamento
(normalmente possibile per le problematiche di minore entità, ovvero quelle
di natura nevrotica). Richiedere un intervento psicoterapico comporta
invece un impegno intenzionale e motivazionale a priori, a compiere un
percorso terapeutico relativamente medio-lungo (che può durare mesi o
anni), il cui target e gli esiti sono comunque indirizzati alla
realizzazione di cambiamenti positivi stabili della personalità, ed al
raggiungimento di una condizione psicologica adattiva e funzionale
relativamente stabile.
Qualsiasi
forma di psicoterapia richiede, in una prima fase dell’intervento, un’accurata valutazione
psicodiagnostica, che sia in grado di fornire un quadro
sufficientemente definito dell’organizzazione e del livello evolutivo
strutturale della personalità del paziente, insieme alla definizione del
quadro sintomatologico e del funzionamento psicologico generale. La
psicoterapia, infatti, può essere correttamente indirizzata soltanto se si
dispone di un quadro psicodiagnostico sufficientemente preciso.
Oltre che la consulenza psicologica e l’ipnositerapia,
nella mia pratica svolgo la valutazione
psicodiagnostica e la psicoterapia
individuale, di coppia, familiare, dell’adulto e dell’adolescente, e su richiesta la psicoterapia di gruppo. Il mio paradigma fondamentale specialistico
e di riferimento è la psicoterapia
analitica bionomico-autogena (una psicoterapia psicodinamica che si
fonda sulla considerazione olistica della totalità dell’individuo nella sua
unità psico-somatica e conscio-inconscio, e che
impiega la tecnica del Training Autogeno e altre tecniche
analitico-immaginative per la cura e la riarmonizzazione della personalità
e la scoperta del Sé). Tuttavia, avendo approfondito le mie conoscenze
anche in altri ambiti psicoterapici, il mio approccio può essere considerato
di tipo integrativo-eclettico, e
basato sull’utilizzo di un complesso di metodi e tecniche e di paradigmi
teorici (psicoanalisi, psicologia analitica junghiana e individuale
adleriana, psicologia cognitivo-comportamentale, psicologia sistemica, psicologia
umanistico-esistenziale).
"Psiche" è un vocabolo greco che significa
"anima". Perciò per "psichico" s'intende
"trattamento dell'anima"; si potrebbe quindi pensare che voglia
dire trattamento dei fenomeni patologici della vita dell'anima. Ma il significato
dell'espressione è diverso. Trattamento psichico vuol dire invece
trattamento a partire dall'anima, trattamento di disturbi psichici o
somatici, con mezzi che agiscono in primo luogo e direttamente sulla psiche
umana.
Questo mezzo è costituito anzitutto dalla parola, e le
parole sono anche strumento fondamentale del trattamento psichico. Certo,
difficilmente il profano potrà comprendere come le "sole" parole
del medico possano rimuovere disturbi patologici somatici e psichici.
Penserà che gli si chieda di credere nella magia. E non ha tutto il torto;
le parole dei nostri discorsi di tutti i giorni sono solo magia attenuata.
Sigmund Freud
Riceve per appuntamento presso
il suo studio in Sinnai (CA),
via P. da Palestrina, 15.
Per informazioni o comunicazioni:
Dott. Antonello Viola
Via Palestrina, 15
09048 Sinnai (CA)
Tel. 070 780180
Cell. 3200757817
e-mail: antonello.viola@gmail.com
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